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Giovedì, 28 Marzo 2024 - ore 13:22

Giovedì 12 Gennaio 2012

Morfologia

La tipologia edilizia definisce gli aspetti aggregati dell'insediamento, cioè quelli riferiti all'insediamento nel suo insieme, sia che si tratti di un sistema policentrico complesso o di una area urbanizzata.


La morfologia urbana, invece, studia la forma dell'insediamento, precisamente della città, ma anche di insediamenti concentrati di dimensione minore, analizzandola nel suo interno, nel suoi elementi costitutivi (strade, aree edificate, vuoti, pieni ecc.) e nelle relazioni reciproche tra di essi.


Un primo approccio allo studio morfologico è di tipo quantitativo ed ha lo scopo di riconoscere la consistenza del territorio urbano in termini di pieni, di vuoti e di densità dell'edificato.


Dovranno essere individuate:
a) le parti di territorio appartenenti al sistema ambientate e agricolo: aree naturalistiche importanti, aree fluviali e costiere, grandi parchi, aree utilizzate da agricoltura, silvicoltura, zootecnia;
b) le parti del territorio urbanizzate in modo continuo, cioè occupate da aree edificate e relative attrezzature e infrastrutture;
c) le parti residue rispetto alle prime due (terreno non urbanizzato) non appartenente al Sistema ambientale e agricolo;
d) eventuali altre aree con caratteristiche intermedie tra b) e c).

Da tale lettura, effettuata su carta aereofotogrammetrica in scala non inferiore a 1:50.000 per grandi città, si può ricavare il grado di urbanizzazione del territorio (rapporto b/(a+c) e il grado di frammentazione dell'insediamento.

Il secondo approccio, di tipo strutturale, attiene all'analisi morfologica propriamente detta in quanto tendente a individuare la natura e il ruolo degli elementi costitutivi della forma urbana e i loro reciproci rapporti.

L'analisi cercherà di individuare i seguenti elementi:
- assi e aree strutturanti: strade, tracciati, piazze, parchi e altri spazi significativi e riconoscibili a livello dell'intera città che determineranno la struttura fondamentale della forma urbana e che per essa, possono considerarsi necessari e invariati;
- poli, luoghi centrali: luoghi emergenti per importanza storica, monumenti ecc.; luoghi di riferimento visivo o simbolico; luoghi di attrazione o di convergenza dei percorsi; (questi luoghi possono denominarsi generalmente centralità e, a seconda del ruolo, centralità istituzionali, centralità morfologiche, centralità ambientali);
- snodi: piazze, invasi spaziali o veri e propri snodi viari, significativi per il loro ruolo di cerniera tra parti della città aventi impianto e caratteri formali diversi;
- margini, naturali o artificiali: linea o fasce lineari che segnano la transizione tra territorio urbanizzato e territorio naturale o tra parti della città aventi impianto e caratteri formali diversi;
- parti e zone della città riconoscibili come omogenee o unitarie almeno per alcuni caratteri essenziali (tipo e dimensione degli edifici, epoca storica, rete stradale, progetto unitario).


Infine saranno oggetto di analisi le singole parti allo scopo di riconoscerne la dinamica nell'ambito dell'evoluzione complessiva della forma urbana e degli aspetti morfologici peculiari.

Dal punto di vista della dinamica le zone possono essere classificate come:
- stabili o consolidate: nelle quali non sono in corso né si prevedono trasformazioni fisiche o di destinazioni d'uso importanti;
- instabili: nelle quali sono in atto fenomeni prevalentemente spontanei di assestamento morfologico e funzionale;
- in sviluppo: nelle quali sono in corso o previsti processi di crescita;
- in trasformazione: nelle quali sono in corso o previsti importanti cambiamenti dell'assetto fisico o degli usi;
- in declino: nelle quali si registrano fenomeni di abbandono, svuotamento degrado.

Dal punto, di vista della forma, le singole zone possono essere classificate come:
- tessuti: nelle quali i singoli elementi costitutivi (edifici, lotti, strade, piazze, giardini) sono strettamente correlati gli uni agli altri, occupano. posizioni reciprocamente dipendenti come le tessere di un mosaico, costituiscono nel loro insieme un intreccio tendenzialmente continuo. A seconda della dimensione degli edifici e delle loro aggregazioni un tessuto sarà a grana fine o grossa, a seconda dell'impianto stradale sarà reticolare, organico o intricato; se costituito da unità edilizie (edifici isolati, ecc di misure standardizzate, il tessuto sarà modulare: sarà infine più o meno compatto a seconda del grado di continuità o di densità dell'edificato;
- zone a morfologia definita o conclusa: sono le parti della città organizzate in modo compiuto sulla base di un impianto autonomo e autoregolato derivante spesso da una progettazione unitaria, non partecipi di un tessuto o teoricamente estraibili dal tessuto circostante;
- zone a morfologia aperta: entrano nella storia della città col funzionalismo, come superamento della città ottocentesca e del blocco edilizio a forma chiusa: l'impianto edilizio è caratterizzato prevalentemente dalla. scelta, dall'aggregazione e dalla disposizione dei tipi edilizi; si distingue dalla forma tessuto per una più labile interdipendenza tra rete stradale, edifici e spazio urbano; le forme aperte, di cui esistono innumerevoli esempi nell'urbanistica moderna, possono essere di tipo lineare, organico, nucIeare, tentacolare, ecc.;
- zone a morfologia indefinita: sono le parti della città, per lo più di formazione recente, nelle quali l'urbanizzazione si è realizzata senza un preciso e identificabile disegno, come pura addizione di quantità edificate.