Vuoi essere informato sulle novità del sito?
Iscriviti alla newsletter

condividi su facebook
  
Giovedì, 28 Marzo 2024 - ore 16:36

Martedì 13 Dicembre 2011

Elettromagnetismo

La conoscenza dei campi elettromagnetici e dei loro effetti è uno dei tanti aspetti che entrano nel più vasto campo dell'edilizia.
La terra è come una grane calamita, circondata da un campo magnetico quasi stazionario, con poli magnetici in prossimità di quelli geografici.
L’ago della bussola si dispone tangenzialmente alle linee del campo e da l’indicazione nord-sud.

Il campo elettrico naturale

La terra è simile ad un’enorme sfera carica negativamente. Le cariche in eccesso si dispongono quasi uniformamente sulla superficie. Ne consegue un campo elettrico quasi stazionario, con il polo positivo rivolto verso l’alto.
Il valore medio del campo elettrico naturale sulla superficie terrestre è di circa 150 Volt/metro; subisce variazioni anche rilevanti in occasione dei temporali, causate dagli scambi di cariche tra l’atmosfera e il suolo. Varia anche in funzione di numerosi influssi interni al sistema terra (meteorologici, termici, ecc.) nonchè di influssi esterni (lunari,solari, ecc.).

I raggi cosmici

La loro scoperta risale al 1912, ad opera di Victor Hess. Oggi sappiamo che la Terra è investita da una radiazione cosmica primaria, composta da particelle ad altissima energia, la cui origine è da ascrivere a reazioni nucleari cosmiche. Essa interagisce con le molecole d’aria degli strati superiori sull’atmosfera, viene assorbita e dall’interazione si forma la radiazione cosmica secondaria, che si propaga a sciami verso la Terra e raggiunge il suolo con intensità fortemente attenuata.

Per descrivere un campo elettrico senza far ricorso a formule matematiche, è possibile affermare che ogni oggetto o corpo elettrizzato crea attorno a se un campo di forze elettriche, le quali possono essere immaginate come un insieme di linee che partono perpendicolarmente dal corpo conduttore e terminano su altre cariche a distanze diverse ma sempre di valore opposto alla sorgente. Tra il conduttore sorgente e la carica in cui termina la linea di forza, si crea una differenza di potenziale e l’insieme di tali differenze crea un campo elettrico. Mentre un campo magnetico è formato da un insieme di cariche elettriche in movimento. Ciascun corpo conduttore, percorso da una corrente elettrica, genera un campo magnetico rappresentabile da un insieme di linee di forza che si richiudono su se stesse in dipendenza della forma del conduttore, dei materiali da cui è composto e dai materiali magnetizzabili posti in vicinanza del conduttore stesso.
Si può quindi immaginare che attorno ad un conduttore elettrico rettilineo, come un filo, vi siano un serie di cerchi concentrici il cui asse è il conduttore.
Dunque il campo magnetico è associato al campo elettrico. In effetti geometricamente il piano in cui giace l’onda elettrica è verticale mentre il corrispondente piano del campo magnetico è ad esso ortogonale, quindi orizzontale.

I campi elettromagnetici artificiali e lo stress elettromagnetico

I campi elettrici e magnetici artificiali interagiscono con gli organismi viventi sono alternati; le reti elettriche domestiche ed industriali che utilizziamo sono alimentate da generatori elettrici alla differenza di potenziale di 220 Volts e con la frequenza di 50 Hz. Ciò significa che la polarità della differenza di potenziale e le correnti circolanti nei fili si invertono 50 volte al secondo.
Molti fenomeni comunemente ritenuti di natura diversa, quali ad esempio le onde radio, la luce, i raggi x, in realtà sono onde elettromagnetiche che differiscono tra loro unicamente per la frequenza di vibrazione. Anche le radiazioni elettromagnetiche a bassa frequenza emesse dalle apparecchiature elettriche di uso comune possono rappresentare un pericolo del quale ci dobbiamo difendere, anche se il loro grado di pericolo è fortemente minore a quello delle radiazioni ad altissima frequenza.
Esiste la possibilità che i campi elettromagnetici artificiali alterino il normale equilibrio bioelettrico dal nostro corpo, trattandosi di segnali non fisiologici di disturbo, estranei ai processi evolutivi dei viventi.
Se il contatto con campi elettromagnetici artificiali non è troppo prolungato (e i campi non sono particolarmente intensi) cessando il contatto con il campo si ripristina perfettamente l’equilibrio bioelettrico del nostro corpo. Diversamente anche in assenza di campi elettromagnetici artificiali rimane un’alterazione energetica residua, denominata stress elettromagnetico.
E’ importante sottolineare che le emissioni di campi elettromagnetici decrescono con il quadrato della distanza delle sorgenti.


La normativa italiana.

L’Italia è il primo Paese ad avere una legge quadro sull’inquinamento elettromagnetico (Legge 22 febbraio 2001 n.36).
La legge quadro intende assicurare la tutela della salute dei lavoratori e della popolazione, prevedendo tre criteri di cautela:



1. Individua limiti di esposizione da non superare per evitare effetti acuti ed immediati.

2. Introduce valori di attenzione, cioè valori che non bisogna mai superare nei luoghi adibiti a permanenze prolungate, come case, uffici, scuole.
3. Definisce l’obiettivo di qualità, ovvero il valore da perseguire per applicare il principio di precauzione.